AL VIA LA 18ESIMA EDIZIONE DI ALONG CAME JAZZ
Dal 25 al 29 luglio nel Parco delle Terme Acque Albule si esibiranno artisti di fama internazionale
Torna il Festival Along Came Jazz, rassegna musicale giunta ormai alla 18esima edizione, che ogni anno porta sul palcoscenico jazzisti di fama internazionale. La quattro giorni a suon di jazz, ideata e progettata dall’Associazione Culturale “Costa della Forma”, sarà ospitata completamente dalle Acque Albule Terme di Roma, che per il terzo anno consecutivo producono la kermesse, ed avrà come tema l’acqua, elemento essenziale per la risorsa termale, ma anche, visto il glorioso passato, per tutto il territorio tiburtino.
“Abbiamo fortemente voluto tornare a produrre questo evento che porta un grande valore aggiunto sia alla comunità tiburtina sia ai turisti in visita a Tivoli, in termini culturali ma anche emozionali”, dichiara Giovanni Mantovani, Presidente delle Acque Albule S.p.A.. “Anche per questo, per agevolare una maggiore fruizione, l’ingresso sarà gratuito per tutti gli appuntamenti”, dichiara Mantovani.
“Crediamo in questa manifestazione, sia da amanti del jazz e fruitori della musica, che da abitanti di un territorio che ha bisogno di avere anche questo tipo di eventi di grande qualità per elevare ancora di più il suo potenziale turistico”, spiega Stefano Terranova, Direttore Generale delle Acque Albule – Terme di Roma.
“L’equivalenza tra jazz e acqua suona bene. Lo sciacquío randomico di quel liquido vitale evoca l’ondulatoria, trainante imprevedibilità dei tamburi afroamericani”, spiega Enzo Pavoni, Direttore Artistico di Along Came Jazz. “Continuiamo a puntare sul multilinguismo e sulle contaminazioni, non ce ne vogliano i puristi del jazz”.
PROGRAMMA ALONG CAME JAZZ 2018
CONCERTI A INGRESSO LIBERO
Tutti i concerti si terranno alle Terme Acque Albule S.p.A., Via Tiburtina Km. 22,700 – 00011 Tivoli Terme (Roma) con orario d’inizio previsto alle 21.30
Mercoledì 25 luglio, ore 21.30 FLO Voce: Flo. Chitarre, synth: Marcello Giannini. Basso elettrico, contrabbasso: Davide Costagliola. Tromba, flicorno: Francesco Fratini. Percussioni: Michele Maione.
Ha tre album all’attivo, l’ultimo uscito nel maggio scorso (“La mentirosa”). Flo conferma personalità, eclettismo e versatilità, un coagulo di qualità con cui si esprime al meglio sia nelle vesti di cantautrice, sia di attrice. Peculiarità irradiate dall’eloquenza declamatoria tenuta in scena, dalla capacità di coinvolgere con trame ritmiche ipnotiche, con la cura certosina della melodia, con ammalianti storie al femminile e con l’aura di mistero, ricerca sonora e simpatia che ne permea i concerti.
Giovedì 26 luglio, ore 21.30 ROOTS MAGIC Clarinetti: Alberto Popolla. Sax contralto: Errico De Fabritiis. Contrabbasso: Gianfranco Tedeschi. Batteria: Fabrizio Spera.
Il sano anarchismo dei Roots Magic non avalla il “non rispetto” delle regole, è vero il contrario. Terminata la fase di studio, il quartetto l’ha sedimentata prima di alterarne i fattori tonali, ritmici e strutturali. I Roots Magic scavano nel blues terragno/diabolico della Louisiana e in quello acidulo delle metropoli, entrambi drogati di sciamanica informalità. Commistioni inusuali. Disarticolazioni tematiche. Tempi ora puntuti, ora tribali. Scrittura e aleatorietà. Lirismo e asimmetrie. Libertà.
Sabato 28 luglio, ore 21.30 STEVE COLEMAN and FIVE ELEMENTS Sax contralto: Steve Coleman. Tromba: Jonathan Finlayson. Voce: Carl Caesar Walker (aka Kokayi). Basso: Anthony Tidd. Batteria: Sean Rickman. Anziché esibirsi con i Natal Eclipse, coi quali nel 2017 Steve Coleman vinse i Critic’s Award in mezzo mondo (Italia inclusa) col CD “Morphogenesis”, stavolta il sassofonista ha optato per i rodati Five Elements. Ci sarà pure Kokayi, guru del freestyling: post rap, post hip hop, post tutto. Già passato ad ACJ nel 2000 con Fiuczynski, lo speech sonico di Kokayi inietterà vitamine ai contrappunti ellittici di Coleman e Finlayson, poggiati sugli stranianti reticoli metrici di Tidd e Rickman. Free-funk sulfureo.
Domenica 29 luglio, ore 21.30 BILL FRISELL When You Wish Upon A Star Chitarra: Bill Frisell. Voce: Petra Haden. Contrabbasso: Thomas Morgan. Batteria: Rudy Royston.
Se oggi il gergo colto di Bill Frisell è patrimonio collettivo, non lo era decenni addietro, quando fu attaccato dai puristi: “è jazz, non è jazz, è rock”. Frisell se ne è infischiato, e ha fatto bene: ora svetta su vertici planetari, forte del mix Hendrix-Montgomery-Hall e delle innovative intuizioni lessicali. Con il gruppo When You Wish Upon A Star l’artista smonta e rimonta note soundtrack tipo “Il padrino”, “Psycho”, “Bonanza”, “Il buio oltre la siepe”. La sua chitarra è ora incorporea, ora abrasiva.